mercoledì 30 novembre 2011

Una festa troppo fatta parte 4


Poco dopo fummo nuovamente costretti a fermarci poiché avevo esigenze fisiologiche piuttosto impellenti, quindi balzai fuori dalla limohummer e corsi dietro un cespuglio a svuotare la vescica, purtroppo il cespuglio se la prese e iniziò a minacciarmi di farmi causa, io, che ovviamente non volevo problemi, provai a sistemare la cosa a parole, ma il cespuglio non voleva sentire ragioni, quindi indossai il mio fidato costume da giardiniere ed iniziai a minacciarlo di potarlo, il cespuglio intimorito se la dette a gambe o meglio a radici (battuta botanica).
Ero davvero convinto che la situazione si fosse risolta e stavo per risalire sulla limousine quando il cespuglio tornò in compagnia di altri arbusti armati di bastoni e mazze da baseball intenzionati a farmela pagare, provai di nuovo a risolvere la situazione a parole, ma ogni tentativo fu vano e quei brutali cespugli iniziarono a picchiarmi, fortunatamente Serena scese dalla limousine e li mandò via per poi dirmi: “bene, adesso sei vestito da giardiniere e ti sei fatto picchiare da dei cespugli, sei davvero incredibile, pensavo che col satiro avessi toccato il fondo, ma invece no, ovvio tu puoi arrivare molto più in basso, sai credo proprio che il tuo cranio sia la prova definitiva per confutare la teoria dell'horror vacui, ma va bene così, dai torna dentro così ripartiamo e ti medico”, dopo la ramanzina di Serena risalii nella limohummer e mi feci medicare mentre di tanto in tanto bevevo qualcosa di alcolico e molestavo qualche modella con cui ovviamente non ebbi successo.
Tutto sembrava procedere per il meglio, ma, per grande sfortuna, investimmo un daino e come da prassi ci fermammo per soccorrerlo, fortunatamente non si era fatto quasi nulla, ma in compenso esigeva un cospicuo risarcimento poiché lo avevamo investito sulle strisce, ma nessuno di noi aveva intenzione di pagare, perché lo avevamo si investito, ma lui si era buttato all'ultimo di conseguenza non era di certo colpa nostra, quindi con astuzia lo invitammo a bere con la scusa che nel mentre avremmo sbrigato le pratiche del caso, ma in realtà drogammo il suo drink e non appena fu in preda alle più folli allucinazioni lo liberammo nel bosco e ripartimmo a tutta velocità, certo questo non era un comportamento molto etico, ma era un atteggiamento pur sempre migliore di quello che teneva la befana da quando aveva iniziato a rapinare le banche.
Dopo aver continuato il viaggio senza strane sorprese arrivammo finalmente al parcheggio della immensa villa di Anna, purtroppo non c'era verso di trovare un posteggio per la nostra gigantesca limohummer, dopo un po' di giri a vuoto incontrammo finalmente l'arancia incaricata di fare da parcheggiatrice, inizialmente ci disse che non vi era nessun parcheggio libero, ma dopo qualche moina e qualche obolo per corromperla fece esplodere alcune macchine e ci liberò un parcheggio, quindi posteggiammo e ci incamminammo verso la festa presi bene più che mai ed io ero così esaltato che indossai il mio tanga da festa di Hello Kitty.
Finalmente ero arrivato alla festa e devo ammettere che c'era davvero una bolgia impressionante ed erano pure tutti ubriachi, subito avrei voluto andare a salutare Anna, ma la quantità di gente era davvero troppa e quindi non sarei mai riuscito a trovarla, quindi decisi di fare il giro dei bar a bere e a chiedere se qualcuno avesse visto Alissa.
Dopo aver trangugiato una quantità poco probabile di vodka lemon mi venne un immenso bisogno di recarmi al bagno, quindi mi feci coraggio e mi lanciai in mezzo alla folla diretto alla sacra tazza che raggiunsi in non meno di un quarto d'ora, con sommo dispiacere, una volta arrivato a destinazione, scoprii che ad attendermi v'era una coda illimitata e qui non potei far altro che notare che in mezzo alla fila c'era anche Zombie Greg, quindi mi recai subito da lui utilizzando la sacra tecnica del salto della coda con la scusa di andare a parlare a un amico.
Io e Zombie Greg ci scambiammo i convenevoli con un certo entusiasmo, dopo di che li chiesi come mai era alla festa ed ottenni un orripilante risposta: “beh era inevitabile che venissi qui, tanta gente vuol dire tanti cervelli, in più sono ubriachi quindi sono prede facili... e poi mi piacere bere e ballare, quindi non potevo di certo rinunciare a un festone bolgia... ma principalmente il motivo sono i cervelli”, lo guardai sconsolato facendo il gesto del no con la testa e gli dissi: “Greg... Greg... basta con questi cervelli la cosa inizia a sembrare decisamente inquietante, nel senso è una cosa davvero malata, dai non puoi pensare sempre ai cervelli”, lui mi rispose che non potevo capire perché non avevo mai mangiato cervelli e io fui costretto a doverli dare ragione e in fine gli chiesi se avesse per caso visto Alissa e ottenni una risposta decisamente inquietante: “uhm dici la fata eh... deve avere un cervello davvero saporito... comunque l'ho vista prima sul cubo assieme a Dave la zebra che ballavano come truzzi impasticcati... uhm... brain”, dopo questa rivelazione ero decisamente perplesso, non avrei mai voluto che Dave col suo fascino da zebra insidiasse Alissa, ma al momento avevo da pensare a cose ben più importanti... dovevo concentrarmi per non farmela nel tanga di Hello Kitty e quella si che era un'impresa difficoltosa.

martedì 15 novembre 2011

Una festa troppo fatta parte 3


Dopo una rapida conversazione telefonica per prendere preventivi accordi con il rivenditore di droghe arrivammo a casa sua e lo invitammo a venire con noi alla festa e lui accettò di buon grado, non appena salì sulla macchina e notò le modelle semi nude svenne per l'emozione o meglio per l'erezione, aspettammo tutti con ansia il suo risveglio per poter eseguire della droga la transazione, quindi, per accelerare la cosa, Serena lo colpi con tutte le sue forze nelle sue ghiandole riproduttive e questo ne causò il risveglio immediato, quindi comprammo l'occorrente e riprendemmo il folle festino e con mio sommo piacere eravamo sempre più vicini al mega festone bolgia.
Dopo non molto dovemmo fermarci nuovamente per eseguire il rifornimento del carburante, mentre mi destreggiavo abilmente con, della benzina, la pompa udì un suono di flauti in lontananza, molto probabilmente per via dell'ebrezza causatomi dai gustosi idrocarburi contenuti nelle benzina decisi di andarne a verificarne la provenienza, quindi avvertii gli altri e mi avventurai nella foresta di bastoncini di zucchero alla ricerca del suonatore.
Dopo un decina di minuti riusci a trovare il flautista che altri non era che un satiro, subito mi affrettai a salutarlo, dopo di che gli chiesi perché stesse suonando il flauto da solo in mezzo a quella zuccherosa foresta, lui mi rispose: “questo è il mio lavoro girovago, suono il flauto per portare il sole su queste terre” lo guardai per un attimo e poi guardai il cielo ed infine gli dissi: “ah... ok, ma... ti sei accorto che sta per arrivare un temporale? Adesso non è che voglia dirti come fare il tuo lavoro, ma non credo che tu lo stia facendo un gran che bene”, lui mi rispose ridendo: “lo so, credo che sia dovuto al fatto che ho mangiato qualche allucinogeno e al fatto che questo cazzo di flauto continui ad allungarsi e cambiare colore, però non dirlo al mio capo, sono in prova e un errore potrebbe costarmi il posto e questo lavoro mi serve, insomma ho una dipendenza da droghe, prostitute e gioco d'azzardo da mantenere”, io gli dissi che comprendevo perfettamente il suo problema e gli chiesi se non ci fosse qualche modo per risolvere la situazione, lui mi disse che forse se mi fossi vestito da anatra e avessi fatto la danza del sole la situazione si sarebbe potuta risolvere.
Fortunatamente avevo sempre con me il mio fidato costume da anatra e nel mio elenco dei balli preferiti non poteva mancare la danza del sole, quindi forte e tosto mi misi ad eseguire il leggiadro balletto accompagnato dal dolce suono del flauto del satiro, stranamente la situazione non migliorò, anzi peggioro e di molto, così ci ritrovammo sotto la pioggia, il povero satiro era disperato perché era certo che avrebbe perso il suo impiego, quindi, per consolarlo, lo invitai al festone bolgia trop fatt e lui accettò con entusiasmo.
Appena prima di fare ritorno al semovente indossai il mio costume da ombrello per proteggermi dalla pioggia che cadeva forte e vigorosa, quindi in compagnia del satiro Marcello corsi sino alla limohummer, qui ad accoglierci vi era Serena che mi guardava con una faccia rassegnata, io mi affrettai subito a spiegarle la situazione e lei mi disse: “ma è mai possibile che devi accattare ogni derelitto della zona? Non bastavano già il prete psicopatico e il cretino che sviene ogni volta che vede una donna? Certo che no, mica potevi lasciare a piedi un satiro dipendente da tutto eh, ti giuro che se non ti volessi davvero bene ti avrei già lasciato qui”, non feci in tempo a rispondere che il satiro Marcello mi disse: “credo che questa voglia scoparti”, Serena lo guardò con sguardo satirocida e gli disse: “affatto no! E adesso andiamocene prima che vi rompa le vostre teste completamente vuote!”.

venerdì 14 ottobre 2011

Una festa troppo fatta parte 2


Non appena mi trovai in prossimità della caverna del drago iniziai a cogitare un piano per non essere incenerito all'istante dall'abominevole creatura, indubbiamente mi sarei dovuto travestire da qualcosa che il drago non avrebbe mai attaccato, dopo una lunga meditazione arrivai alla conclusione che il costume migliore sarebbe stato quello da bottiglia dell'acqua, insomma nessuno proverebbe a dar fuoco a dell'acqua, ora avevo la certezza di poter affrontare il rettile quindi mi travestii e in un sol battito di ciglia mi presentai all'uscio della caverna e bussai alla porta, immediatamente mi ritrovai davanti ad un drago decisamente in sovrappeso e con un paio di enormi occhiali a fondo di bottiglia, lì per lì mi venne da farmi una grossa risata, ma mi trattenni per evitare spiacevoli inconvenienti.
Dopo avermi scrutato a lungo Armando mi disse: “come osi presentarti alla mia porta maledetta bottiglia d'acqua fresca e dissetante, mi sembrava d'essere stato chiaro quando avevo detto a tutti di lasciarmi da solo!”, dovevo risolvere la questione quindi decisi di usare la antica tecnica della compassione: “Armando capisco a pieno i tuoi problemi e ti posso assicurare che ti comprendo, ma la vita va avanti e a me serve una gomma, comunque fidati anche se la tua ragazza ti ha lasciato la vita ti sorride, non ti dico che ti succhia il cazzo come a me, ma quantomeno ti sorride”, lui mi guardò con gli occhi pieni di lacrime e, in preda alla disperazione, mi disse “fosse solo che la mia fidanzata mi ha lasciato il problema... mi ha anche spezzato la x box oltre che il cuore”, io mi riempii di rabbia e non riuscii a trattenere le parole: “qual laida lurida et plurimaledetta, una zozza del genere non può meritarsi altro che morte e a palate, fidati non vale la pena di soffrire per una decelebrata del genere, insomma quale scellerato abominio oserebbe rompere la creatura più amata di Dio? La x box”, Armando il drago fu ovviamente costretto a darmi ragione, ma ancora non ne voleva sapere di riprendere a lavorare, quindi gli spiegai che con il ricavato della vendita avrebbe facilmente potuto comprarsi una nuova x box, il drago, ricco di gaudio per la lieta scoperta, accettò di vendermi la gomma, purtroppo il prezzo era un vero salasso ed io finii per rimanere a corto di liquidi.
Appena ebbi ottenuto la gomma mi affrettai a scrivere a Serena, ma appena presi il telefono scoprii una dura e cruda verità, di lei v'era un messaggio risalente a più di mezzo giro d'orologio fa ed il testo era inequivocabile, mi chiedeva di tornare al semovente in quanto era già in possesso del prezioso pneumatico, quindi con il morale sottoterra mi incamminai verso la limohummer, ma decisi di fare una piccola deviazione al paesello per comprare una birretta da viaggio.
Arrivato al piccolo bar del paese rincontrai con piacere Glen e non so neanch'io per quale motivo decisi di invitarlo alla festa, la sua risposta fu: “non so, in effetti un mega festone bolgia trop fatt mi attira parecchio, però non so, non credo che nostro signore Gesù Cristo approverebbe”, non appena ebbe finito di parlare mi guardò per un attimo per poi esplodere in una rumorosa risata e aggiunse: “ah già, è vero, Gesù non esiste quindi direi che vengo e mi ubriaco pure”, dunque io e Glen ci prendemmo una birretta ed infine ci incamminammo verso la quattro ruote.
Una volta giunti a destinazione notai immediatamente che Serena mi stava guardando decisamente male quindi le chiese cosa avesse che non andava, la risposta fu decisamente peggiore di quanto mi aspettassi: “farò finta di nulla sul fatto che sei vestito da bottiglia e non ne voglio sapere assolutamente nulla, come non voglio sapere perché sei arrivato dopo tutto questo tempo con una gomma, ma quanto meno potresti spiegarmi per quale fottutissimo motivo sei assieme a un prete?”, io semplicemente le risposi che l'avevo invitato alla festa perché era un tipo davvero figo e non potevamo non portarlo con noi, lei ribatté: “ok, se dici che è figo farò finta di crederti e lo porteremo con noi, ma sappi che tu sei la cosa più insensata di questo fottutissimo e insensatissimo pianeta, comunque mi piacerebbe stare ancora ad insultarti, ma il tempo stringe ed ho voglia di bere quindi sbrighiamoci”, io non osai controbattere e vedendo che la ruota era già stata cambiata risalii sulla limousine e così potemmo ripartire alla volta della festa e riprendemmo il nostro folle festino.
Poco dopo la nostra ripartenza riprendemmo a bere come dei disperati e quasi immediatamente l'ambiente si fece bollente... ahahah ho fatto la rima, ad ogni modo, con mio magno stupore, vidi Glen intento a scambiarsi effusioni con due delle nostre modelle, ovviamente gli feci notare che non poteva intrattenersi oltre con quelle ragazze in quanto lui era un prete, subito se ne preoccupò parecchio, dopo di che scoppio a ridere dicendo di essersi appena ricordato che l'inferno non esiste e riprese a trastullarsi con le belle pulzelle.
Il viaggio stava andando finalmente per il verso giusto, quando, per la prima volta nella serata, il gangsta nigga parlò: “yo bro, dobbiamo assolutamente fare una sosta da Pitt l'elefante perché ho finito la roba”, io incuriosito gli chiesi se Pitt fosse un vero elefante, lui mi rispose immediatamente: “ma no, cos'hai capito mio amico viso pallido? Lo chiamano così perché in mezzo alle gambe ha una gigantesca proboscide, pensa che ogni volta che li viene un erezione sviene perché non gli arriva più sangue al cervello”, preso atto del curioso fatto ci accordammo per fermarci da Pitt e così facemmo.

domenica 9 ottobre 2011

Una festa troppo fatta parte 1


Stavo mangiando tranquillo, quando all'improvviso si spalancò la porta e mi entrò in casa un grasso e grosso panda che mi chiese: “ehi tu, hai visto il mio bamboo?”, lo guardai attonito per un po' dopo di che gli dissi che non lo avevo visto, quindi il panda uscì da casa mia facendo finta di niente, questo curioso episodio mi fece capire che probabilmente avevo bevuto troppo vino o ancor più probabilmente non ne avevo bevuto abbastanza, quindi ne fagocitai un'intera bottiglia e andai a farmi la doccia preso benissimo per la serata che mi aspettava.
Finita la doccia indossai il mio abito bianco e la mia camicia rossa da disco e già che c'ero mi bevvi un'altra bottiglia di vino dopo di che decisi di chiamare Alissa per invitarla al mega festone bolgia, lei mi rispose decisamente scocciata e per di più si maledisse per avermi lasciato il suo numero, non ostante questo fatto decisi comunque di non demordere e la invitai facendo e per fare il figo le dissi che era una festa molto esclusiva e che, visto che ero molto amico di Anna, avevo un invito in più, lei mi rispose: “ma quale festa esclusiva che sono stati invitati cani e porci e poi smettila di dire corbellerie tipo che serve l'invito, comunque ci vado con il sasso Fonzie, certo ora che so che ci sei anche tu la voglia di andare mi è abbastanza scappata, ma le tette di Anna sono davvero troppo giganti per mancare, quindi ti chiedo di farmi un favore, per una volta nella tua vita comportati da persona normale e non venire vestito con costumi assurdi ok?”, io prontamente le spiegai che tutti i miei costumi erano di alta classe e non erano affatto assurdi dopo di che la rassicurai sul fatto che sarei andato alla festa con indosso dei vestiti normali, quindi la salutai e mi misi a tramare un piano per conquistarla e ne elaborai uno davvero geniale, mi servivano solo un nano, una chiave inglese e una cassa di Red Bull, dopo di che sarebbe stata finalmente mia.
Mi stavo concedendo un po' di porno su internet e, quando ero proprio sul più bello, sentii due colpi di clacson, il che stava ad indicare che Serena era arrivata, uscii di casa e mi ritrovai davanti a una gigantesca limohummer bianca e subito salii sul semovente eccitato come un prete davanti a un bambino, dentro vi era un idromassaggio, la moquette, divani in pelle bianca, un mini bar ricco di alcolici e droghe varie, un gangsta nigga, un sacco di zozze e come sottofondo musicale il mash up di I want it all e we will rock you dei Queen, quindi senza timore e senza indugio mi fiondai al mini bar e a molestare le modelle per godermi al meglio il festino prefesta.
Per arrivare al mega festone bolgia avremmo dovuto attraversare la gola delle caramelle gommose e subito dopo saremmo dovuti passare attraverso la foresta del Terrore, chiamata così in onore dell'esploratore Giacomo Terrore, ma la cosa non mi spaventava affatto, stavo bevendo in compagnia di bellissime donne godendomi un festino davvero pazzesco e non so perché, ma sentivo che sarebbe andato tutto bene e che in poco tempo avremmo raggiunto la festa.
L'ambiente nella limousine era diventato davvero folle, eravamo tutti ubriachi marci e stavamo letteralmente spaccando tutto, senza contare che le modelle iniziavano a dimostrare doti suine, insomma tutto stava andando per il meglio, quando sentii un forte botto e fummo costretti a fermarci poiché era esplosa un gomma, scendemmo dalla limohummer per aiutare l'autista a cambiare la ruota, ma qui scoprimmo con orrore che si era dimenticato la ruota di scorta in garage, quindi io e Serena decidemmo di andare in cerca di un gommista, dopo aver percorso poca strada scegliemmo di separarci in modo da poter trovare un gommista più in fretta, accordandoci di rivederci poi alla macchina appena uno di noi due avesse portato a compimento l'ardua missione.
Arrivai al vicino paesello abbastanza velocemente ed iniziai subito a chiedere ad ogni abitante se sapesse dove avrei potuto trovare un gommista, mentre mi dedicavo anima e corpo nell'inconcludente ricerca la mia attenzione fu catturata da un uomo seduto su una panchina che rideva come un matto leggendo una bibbia, dato che ero particolarmente incuriosito decisi di avvicinarmi al bizzarro individuo con l'intento di capire perché il sacro testo generasse in lui cotanto riso, non appena fui dinnanzi a l'uomo non esitai a presentarmi ed egli a sua volte fece lo stesso sostenendo di chiamarsi Glen e di essere un prete ateo, questo era un fatto assai curioso indi per cui decisi di volerne sapere di più e gli chiesi perché ridesse così di gusto e perché si fosse fatto prete, la risposta, che mi accingo a riportare fedelmente mi lasciò basito: “beh ridevo perché questo libro e schifosamente pieno di corbellerie e il fatto che io le propini alla gente che le ascolta e ci crede mi fa letteralmente cappottare dal ridere, per quanto riguarda la seconda domanda... beh credo di averlo fatto per seguire le orme dei miei genitori, sai mio padre era anche lui un prete e mia madre una suora, e poi la paga è buona e non sono previsti licenziamenti quindi...”, a malincuore devo ammettere che aveva ragione, il prete oggi giorno è davvero un ottimo lavoro, anche se comunque rimanevo perplesso sui suoi genitori, fortunatamente mi ricordai abbastanza in fretta che non me ne importava nulla, quindi gli chiesi se sapesse dove trovare un gommista e finalmente ottenni la risposta che volevo: “si certo, Armando il drago è un gommista, ma da quando si è lasciato con la sua ex fidanzata è caduto in depressione e ha smesso di lavorare, tra l'altro divora chiunque lo importuni, ma se vuoi puoi provare ad andare lo stesso, sappi che pregherei per te se solo esistesse un dio”, un po' sconfortato decisi che comunque un tentativo andava fatto dunque mi diressi verso, del drago, la caverna.

mercoledì 28 settembre 2011

Un trip trop fatt finale


Appena avemmo finito di mangiare e di scambiarci le ultime parole mi congedai dai miei compagni di viaggio, ma prima di andarmene presi un attimo Alissa da parte e le chiesi di lasciarmi il suo numero di telefono, subito lei era restia a darmelo sostenendo che la cosa le sapeva di una trappola per provarci con lei, e aveva ragione, ma, con grande astuzia, mi inventai che mi serviva per eventuali futuri giri in barca e che mi serviva solo per motivi di lavoro, quindi lei, in fine, me lo diede.
Mancava davvero poco a casa di Serena, non stavo più nella pelle, passo dopo passo mi pregustavo il meritato riposo e già che c'ero tramavo astuti piani per rincontrare e farmi Alissa e me ne venne in mente uno geniale, dovevo solo trovare una bottiglia di vino, della dinamite e un deltaplano e poi quella fata sarebbe stata mia.
In poco tempo arrivai alla dimora di Serena e finalmente bussai alla sua porta, ma prima di andare avanti col racconto credo che sia giusto dirvi chi è Serena, lei è una mia vecchia amica con cui feci assieme le scuole medie, ha un'età compresa fra i venti e i venticinque anni, è bionda, ha gli occhi chiari, non è troppo alta, è magrolina e ha un bel fisico, frequenta la facoltà di giurisprudenza e ha un oscuro passato da bracconiera, bene ora sapete chi è Serena, quindi posso andare avanti con il racconto.
Serena mi aprì la porta con indosso solo la biancheria intima e una vestaglietta trasparente, a guardarla in volto sembrava che si fosse appena svegliata, mi fissò per un attimo perplessa e poi mi disse: “che cazzo ci fai qui? Credevo di essere stata chiara al telefono, dai torna a casa tua che ho sonno e voglio tornare a dormire” ovviamente sapevo che intendeva dire tutto il contrario di quello che diceva, ma comunque decisi di stare al gioco e le risposi: “dopo tutto quello che ho passato non posso proprio tornare a casa, ho dovuto attraversare la palude e poi sono stato arrembato da dei pirati, su non puoi farmi tornare indietro” lei fece un grosso sospiro e mi chiese: “ma perché non hai preso l'autostrada? Da casa tua a casa mia non ci sarà più di un quarto d'ora di strada, questa è follia” ovviamente le risposi: “no, questa è Sparta!” lei mi guardò sconsolata e mi disse: “no fidati questa è follia ed è anche grave, comunque dai perché sei venuto qui?” io lei spiegai che mi serviva un letto per dormire perché il mio era abitato da uno stramaledettissimo dugongo, dopo di che ottenni la risposta più brutto della mia vita: “io ti ospiterei anche, ma ho affittato la stanza degli ospiti a Sasha il bradipo spacciatore, però se vuoi puoi dormire sul divano scomodo” dopo di che mi invitò ad entrare in casa.
Mi sdraia sul divano e devo ammettere che era davvero scomodo, era quasi l'alba e gli uccellini cominciavano a cantare, così a orecchio direi che cinguettassero Yellow Submarine dei Beateles, mi ero quasi addormentato quando mi venne in mente un ricordo agghiacciante, io in casa avevo due letti ed uno di essi era libero, quindi avevo fatto tutta quella fatica per nulla, in fine, dopo numerose imprecazioni mi lasciai andare fra la braccia di Morfeo.
Venni svegliato da Serena, per l'ora di pranzo, quindi di prima mattina, per andare a mangiare qualcosa al bar di Marco il facocero, quindi mi lavai e mi misi dei vestiti normali, dopo di che scendemmo a mangiare, dopo aver osservato Serena per un po' le dissi “ieri eri davvero super stantuffabile” lei un po' indisposta mi disse una delle frasi che mi sento dire più spesso: “ma è mai possibile che pensi solo col cazzo?” la mia risposta non poté essere altro che: “sì”, anche perché sinceramente non mi risulta che esistano altri organi adibiti al pensiero, ad ogni modo finimmo di mangiare e tornammo a casa di Serena.
Ero impallato davanti alla televisione intento a smaltire i postumi da sbornia quando Serena mi fece una fantastica proposta: “ehi idiota, sta sera Anna da un super festone bolgia a casa sua e si dice che ci saranno più bottiglie che persone, insomma sarà una fest trop fatt, ti va di venire?”, io le risposi: “ma che diavolo e ti pare che me lo chiedi? Ovvio che vengo, Anna ha due tette super giganti”, Serena sconsolata mi disse: “perfetto, dai ti accompagno a casa così prendi le tue cose e poi ti passo a prendere per le nove così andiamo alla festa... comunque sì, sono davvero giganti”.
Salii in macchina con Serena che mi riporto a casa, questa volta però prendemmo l'autostrada e devo ammettere che aveva ragione, non ci mettemmo più di un quarto d'ora, una volta arrivati ci salutammo ed io salii in casa ignaro dell'orrida sorpresa che mi aspettava, aprii la porta e vidi quello stramaledettissimo dugongo fare colazione, lui mi guardò e disse: “ehi amico avevo fame e quindi ti ho finito i cereali” io fuori di me dalla collera esplosi: “tu... tu fottutissimo dugongo ladro di letti per colpa tua ho dovuto passare la notte più assurda della mia vita, sono stato addirittura inseguito da un'orda di papa boys con torce e forconi, pur di trovare un cazzo di letto e come se non bastasse tu finisci i miei cereali? Stanne pur certa odiosa creatura marina, te avrai... uhm... fammi pensare... ah sì, avrai morte!”, il dugongo mi guardò scocciato e mi disse: “stai calmo amico, non volevo infastidirti è che Dave la zebra mi ha detto che potevo stare qui quindi...”, venuto a conoscenza di questi fatti mi affrettai a scusarmi con il dugongo e mi misi a guardare la televisione con lui in compagnia di una cannetta.
Appena finì il documentario sulla dipendenza da crack dei topi della Tanzania il mio nuovo amico dugongo tornò a casa sua e io iniziai a preparare una cena superalcolica per prepararmi alla festa. -FIN-

sabato 10 settembre 2011

Un trip trop fatt parte 9


Arrivato nel salotto mi accorsi subito che Lord Hammond era così ubriaco da non riuscire neanche a deambulare, quindi lo caricai sulle mie spalle forti e robuste e feci per uscire dalla stanza, ma Dave la zebra mi fermò per darmi un nuovo importante consiglio “Comprendo il tuo desiderio di copulare con Alissa, ma non puoi pretendere di cambiare la sua natura, così come non puoi pretendere che il sole giri intorno alla terra... a meno che tu sia un cristiano del periodo medievale o ancor peggio non puoi pretendere che un budino non sia delizioso” dopo di che si rimise a leggere poesie di Catullo come se nulla fosse.
Uscimmo dal salotto e ci incamminammo verso la barca, ero molto pensieroso per via di quello che mi aveva detto Dave la zebra, il suo consiglio era saggio, ma infondo se un budino fosse fatto con degli gnomi non sarebbe più stato delizioso, quindi si riaccese in me la speranza perché adesso avevo la certezza che dovesse esistere un modo per far breccia nel cuore di Alissa o quanto meno per darle due colpi, cosa che per me sarebbe stata più che sufficiente.
Mi travestii da marinaio, dopo di che salpammo, a circa un quarto del viaggio Lord Hammond tornò in se e per festeggiare decidemmo di cantare e mettere in scena la coreografia del video di “The saylor song” dei Toy Box, questa idea che all'inizio pareva divertente si rivelò poi essere una pessima scelta in quanto i nostri schiamazzi gioiosi richiamarono un'orda di selvaggi pirati.
I corsari ci arrembarono cantando “you are a pirate” di Lazytown, provammo a fare resistenza, ma senza ottenere il ben che mnimo risultato, quindi ci sequestrarono e ci legarono all'albero maestro del loro galeone, eravamo disperati e non sapevamo più cosa fare, ad un certo punto Alissa esclamò “speriamo che non ci siano delle belle piratesse vogliose di stuprarmi” ci fu un attimo di silenzio e sia noi ,sia i pirati la guardammo straniti dopo di che Alissa disse marcando la voce “ho detto, speriamo che non ci siano belle piratesse vogliose di stuprarmi”, il capitano dei pirati un po' imbarazzato le disse “arr stia tranquilla giovane fata qui non ci sono piratesse” Alissa gli rispose “ah ok... non che volessi essere stuprata eh, però ecco se fosse capitato...” a quel punto il capitano provò ad accontentarla proponendole di essere stuprata dal mozzo Jack, ma la fata scontenta gli disse “no, scusa, ma lo hai visto è vecchio e rachitico, probabilmente manco gli tira, no no non se ne parla proprio e poi sono lesbica quindi...” il capitano non poté far altro che darle ragione e scusarsi con lei per quell'indegna proposta, intanto Jack il mozzo andò a piangere disperato sotto coperta.
Dovevamo inventarci qualcosa per sfuggire alle grinfie di quei maledetti pirati, forse mi sarei potuto travestire da gatto, ma poi cosa avrei fatto? Eravamo davvero fottuti, non mi veniva in mente nessuna idea, ed ero il più intelligente del gruppo, quindi agli altri non sarebbe mai venuto in mente nulla di decente, mentre stavo meditando sul perché i cavalli pazzi fossero pazzi, Lord Hammond decise di agire e chiamò il capitano a gran voce per poi dirli “mi scusi sir, ma le sue pratiche sono assai antiquate e brutali sir, ci restituisca subito la nostra libertà!” il capitano si affrettò a scusarsi e ci disse che ci avrebbe liberati appena avesse finito di saccheggiare il nostro fallobatello.
Aspettammo senza lamentarci che i pirati si impossessassero dei nostri pochi averi dopo di che il capitano venne a liberarci e per farsi perdonare ci donò qualche bottiglia di rum da infiniti gradi che trangugiammo sul posto allegramente dopo di che risalimmo sulla fallobarca ubriachi come scimmie, il problema era che nessuno di noi era in condizioni di guidare.
Discutemmo a lungo e in modo acceso per decidere chi fra noi avrebbe dovuto essere il conducente, in fine arrivammo in un punto di stallo e sembrava che non ci saremmo più mossi di li, ma per fortuna salì sulla barca un pesce che urlò “we figa, l'avete finita di fare casino a quest'ora? Ma andate a ciapare i ratt che mi domani devo lavorare, facciamo che guida l'inglese coi baffi e la finiamo qui”, dopo qualche remora Lord Hammond accettò di guidare e ripartimmo, ovviamente dopo aver lasciato ritornare il pesce in mare.
In poco tempo completammo la traversata e attraccammo al porto ancora ubriachi marci, io ancora desideroso di farmi Alissa escogitai un ottimo piano e convinsi tutto il gruppo a fare una colazione di gruppo prima di salutarci, arrivati al bar del porto tutti prendemmo un cappuccino e una brioche, tranne zombie Greg che subito provò ad ordinare un cervello, per poi ripiegare su una bistecca cruda subito dopo aver appreso con orrore che nei bar non servono cervelli umani.

martedì 23 agosto 2011

Un trip trop fatt parte 8


Guardai l'ultimo nome della lista e con grande disperazione scoprì che la terza marinaia era la fata Alissa che, ovviamente, si trovava al laghetto delle lesbiche, ero disperato perché non sapevo davvero come fare a convincerla dopo l'immensa figura barbina che avevo fatto poco tempo prima, comunque raccolsi tutto il mio coraggio e mi incamminai verso il laghetto.
Una volta giunto a destinazione le bellissime fate erano ancora intente a trastullarsi fra di loro, ma appena si accorsero della mia presenza smisero immediatamente e cominciarono a darmi del guardone pervertito, prontamente le spiegai che non era come sembrava, ma che stavo solo cercando Alissa, loro mi spiegarono che se ne era andata da poco e che molto probabilmente l'avrei potuta trovare a casa sua.
Dopo essermi fatto spiegare l'ubicazione della sua dimora, mi recai da Alissa, suonai e mi aprì la porta indossando solo la biancheria intima, era una visione così celestiale che non potei far altro che cantarmi nella testa “so happy toghether” dei Turtles immaginandomi tutta la nostra vita assieme, dai primi baci sino alla vecchiaia, poi mi ricordai che non solo era lesbica, ma mi aveva anche dato un due di picche clamoroso poc'anzi, quindi un po' demoralizzato le chiesi di entrare a far parte della mia ciurma.
Mi guardò storto mentre masticava volgarmente un chewingum per poi dirmi “sei conscio del fatto di essere vestito da Gesù Cristo vero?” io le risposi di sì e aggiunsi che non esisteva nulla di più in di nostro signore Gesù Cristo, Alissa mi guardò sbigottita e poi mi disse “sei davvero un idiota, prima ti travesti da scimmia ora da Gesù, insomma ma che ti dice il cervello? Ammesso che tu ne abbia uno, comunque va bene farò parte del tuo equipaggio, è il mio lavoro, però qual'è il compenso?” io le risposi tranquillamente “ti pagherò ben cinque capre”, lei inspiegabilmente alterata mi disse “guarda non credo che le capre possano essere considerate un metodo di pagamento, insomma non sono mica denaro, dai mica posso andare in banca a cambiare delle fottutissime capre in euro” decisamente dispiaciuto le dissi “beh insomma, ho già effettuato pagamenti in capre quindi beh pensavo...” lei mi interruppe “ma pensavi cosa? Ma quando mai pensi?, dai su sparisci e torna quando avrai dei soldi coglione” dopo di che mi sbatté la porta in faccia, ma io non potevo rinunciare a lei, quindi decisi che in un modo o nell'altro avrei trovato dei soldi per pagarla.
Pensai a lungo sui possibili clienti che avrei potuto trovare in quella zone e ne dedussi che potevano essere solo dei goblin omosessuali ed io sapevo che adoravano i musical e che io ero fottutissimamente bravo, quindi avrei trovato i soldi per l'ingaggio della bella Alissa mettendo in scena una grandiosa opera teatrale degna di Broadway e già che ero travestito da messia decisi di fare Jesus Christ super star.
Dopo poco tempo e qualche telefonata riuscii a far arrivare una compagnia teatrale e dovetti anche chiamare un gran numero di falegnami per montare il palco, ma ormai era fatta, accorsero goblin da tutta la palude che pagarono con piacere il costoso biglietto pur di vedere un attore del mio calibro, ormai in quella palude ero una star e quello spettacolo non avrebbe fatto altro che accrescere la mia illimitata fama.
Il musical fu un vero successo, i goblin erano in delirio e mi chiesero il bis per più e più volte, ma io fui costretto a rifiutare poiché dovevo presentarmi col malloppo dalla mia amata fata al più presto perché il sonno avanzava e la botta scendeva ed io avevo davvero un gran bisogno di letto, magari condiviso con Alissa, adesso ne ero certo l'avrei conquistata sulla barca grazie alle mie famosissime doti di lupo di mare che, come è ben noto, farebbero invidia anche al più esperto dei capitani.
Ansioso di rivederla corsi sino a casa di Alissa, suonai nuovamente e lei mi aprì la porta, questa volta vestita da marinaretta porca, io la guardai nei suoi penetranti... ahahah pene... ahahah rosa... occhi verdi e le dissi che avevo trovato cinque mila euro per pagarla, lei mi guardò e mi disse “sei ancora vestito da Gesù Cristo, ti dispiacerebbe cambiarti?, comunque visto che puoi pagarmi per me va bene, ma devo comunque prima chiedere al sasso Fonzie cosa ne pensa” si voltò per guardare il sasso, il quale alzò i pollici e disse “ehi! Devi andare sarà sicuramente un trip trop fatt, un'esperienza da non perdere”, quindi, in fine, Alissa accettò di essere il terzo membro dell'equipaggio ed insieme ci recammo al salotto ottocentesco a recuperare Lord Hammond così da poter fare la traversata.