Appena avemmo finito di
mangiare e di scambiarci le ultime parole mi congedai dai miei
compagni di viaggio, ma prima di andarmene presi un attimo Alissa da
parte e le chiesi di lasciarmi il suo numero di telefono, subito lei
era restia a darmelo sostenendo che la cosa le sapeva di una trappola
per provarci con lei, e aveva ragione, ma, con grande astuzia, mi
inventai che mi serviva per eventuali futuri giri in barca e che mi
serviva solo per motivi di lavoro, quindi lei, in fine, me lo diede.
Mancava davvero poco a
casa di Serena, non stavo più nella pelle, passo dopo passo mi
pregustavo il meritato riposo e già che c'ero tramavo astuti piani
per rincontrare e farmi Alissa e me ne venne in mente uno geniale,
dovevo solo trovare una bottiglia di vino, della dinamite e un
deltaplano e poi quella fata sarebbe stata mia.
In poco tempo arrivai
alla dimora di Serena e finalmente bussai alla sua porta, ma prima di
andare avanti col racconto credo che sia giusto dirvi chi è Serena,
lei è una mia vecchia amica con cui feci assieme le scuole medie, ha
un'età compresa fra i venti e i venticinque anni, è bionda, ha gli
occhi chiari, non è troppo alta, è magrolina e ha un bel fisico,
frequenta la facoltà di giurisprudenza e ha un oscuro passato da
bracconiera, bene ora sapete chi è Serena, quindi posso andare
avanti con il racconto.
Serena mi aprì la porta
con indosso solo la biancheria intima e una vestaglietta trasparente,
a guardarla in volto sembrava che si fosse appena svegliata, mi fissò
per un attimo perplessa e poi mi disse: “che cazzo ci fai qui?
Credevo di essere stata chiara al telefono, dai torna a casa tua che
ho sonno e voglio tornare a dormire” ovviamente sapevo che
intendeva dire tutto il contrario di quello che diceva, ma comunque
decisi di stare al gioco e le risposi: “dopo tutto quello che ho
passato non posso proprio tornare a casa, ho dovuto attraversare la
palude e poi sono stato arrembato da dei pirati, su non puoi farmi
tornare indietro” lei fece un grosso sospiro e mi chiese: “ma
perché non hai preso l'autostrada? Da casa tua a casa mia non ci
sarà più di un quarto d'ora di strada, questa è follia”
ovviamente le risposi: “no, questa è Sparta!” lei mi guardò
sconsolata e mi disse: “no fidati questa è follia ed è anche
grave, comunque dai perché sei venuto qui?” io lei spiegai che mi
serviva un letto per dormire perché il mio era abitato da uno
stramaledettissimo dugongo, dopo di che ottenni la risposta più
brutto della mia vita: “io ti ospiterei anche, ma ho affittato la
stanza degli ospiti a Sasha il bradipo spacciatore, però se vuoi
puoi dormire sul divano scomodo” dopo di che mi invitò ad entrare
in casa.
Mi sdraia sul divano e
devo ammettere che era davvero scomodo, era quasi l'alba e gli
uccellini cominciavano a cantare, così a orecchio direi che
cinguettassero Yellow Submarine dei Beateles, mi ero quasi
addormentato quando mi venne in mente un ricordo agghiacciante, io in
casa avevo due letti ed uno di essi era libero, quindi avevo fatto
tutta quella fatica per nulla, in fine, dopo numerose imprecazioni mi
lasciai andare fra la braccia di Morfeo.
Venni svegliato da
Serena, per l'ora di pranzo, quindi di prima mattina, per andare a
mangiare qualcosa al bar di Marco il facocero, quindi mi lavai e mi
misi dei vestiti normali, dopo di che scendemmo a mangiare, dopo aver
osservato Serena per un po' le dissi “ieri eri davvero super
stantuffabile” lei un po' indisposta mi disse una delle frasi che
mi sento dire più spesso: “ma è mai possibile che pensi solo col
cazzo?” la mia risposta non poté essere altro che: “sì”,
anche perché sinceramente non mi risulta che esistano altri organi
adibiti al pensiero, ad ogni modo finimmo di mangiare e tornammo a
casa di Serena.
Ero impallato davanti
alla televisione intento a smaltire i postumi da sbornia quando
Serena mi fece una fantastica proposta: “ehi idiota, sta sera Anna
da un super festone bolgia a casa sua e si dice che ci saranno più
bottiglie che persone, insomma sarà una fest trop fatt, ti va di
venire?”, io le risposi: “ma che diavolo e ti pare che me lo
chiedi? Ovvio che vengo, Anna ha due tette super giganti”, Serena
sconsolata mi disse: “perfetto, dai ti accompagno a casa così
prendi le tue cose e poi ti passo a prendere per le nove così
andiamo alla festa... comunque sì, sono davvero giganti”.
Salii in macchina con
Serena che mi riporto a casa, questa volta però prendemmo
l'autostrada e devo ammettere che aveva ragione, non ci mettemmo più
di un quarto d'ora, una volta arrivati ci salutammo ed io salii in
casa ignaro dell'orrida sorpresa che mi aspettava, aprii la porta e
vidi quello stramaledettissimo dugongo fare colazione, lui mi guardò
e disse: “ehi amico avevo fame e quindi ti ho finito i cereali”
io fuori di me dalla collera esplosi: “tu... tu fottutissimo
dugongo ladro di letti per colpa tua ho dovuto passare la notte più
assurda della mia vita, sono stato addirittura inseguito da un'orda
di papa boys con torce e forconi, pur di trovare un cazzo di letto e
come se non bastasse tu finisci i miei cereali? Stanne pur certa
odiosa creatura marina, te avrai... uhm... fammi pensare... ah sì,
avrai morte!”, il dugongo mi guardò scocciato e mi disse: “stai
calmo amico, non volevo infastidirti è che Dave la zebra mi ha detto
che potevo stare qui quindi...”, venuto a conoscenza di questi
fatti mi affrettai a scusarmi con il dugongo e mi misi a guardare la
televisione con lui in compagnia di una cannetta.
Appena finì il
documentario sulla dipendenza da crack dei topi della Tanzania il mio
nuovo amico dugongo tornò a casa sua e io iniziai a preparare una
cena superalcolica per prepararmi alla festa. -FIN-