mercoledì 30 novembre 2011

Una festa troppo fatta parte 4


Poco dopo fummo nuovamente costretti a fermarci poiché avevo esigenze fisiologiche piuttosto impellenti, quindi balzai fuori dalla limohummer e corsi dietro un cespuglio a svuotare la vescica, purtroppo il cespuglio se la prese e iniziò a minacciarmi di farmi causa, io, che ovviamente non volevo problemi, provai a sistemare la cosa a parole, ma il cespuglio non voleva sentire ragioni, quindi indossai il mio fidato costume da giardiniere ed iniziai a minacciarlo di potarlo, il cespuglio intimorito se la dette a gambe o meglio a radici (battuta botanica).
Ero davvero convinto che la situazione si fosse risolta e stavo per risalire sulla limousine quando il cespuglio tornò in compagnia di altri arbusti armati di bastoni e mazze da baseball intenzionati a farmela pagare, provai di nuovo a risolvere la situazione a parole, ma ogni tentativo fu vano e quei brutali cespugli iniziarono a picchiarmi, fortunatamente Serena scese dalla limousine e li mandò via per poi dirmi: “bene, adesso sei vestito da giardiniere e ti sei fatto picchiare da dei cespugli, sei davvero incredibile, pensavo che col satiro avessi toccato il fondo, ma invece no, ovvio tu puoi arrivare molto più in basso, sai credo proprio che il tuo cranio sia la prova definitiva per confutare la teoria dell'horror vacui, ma va bene così, dai torna dentro così ripartiamo e ti medico”, dopo la ramanzina di Serena risalii nella limohummer e mi feci medicare mentre di tanto in tanto bevevo qualcosa di alcolico e molestavo qualche modella con cui ovviamente non ebbi successo.
Tutto sembrava procedere per il meglio, ma, per grande sfortuna, investimmo un daino e come da prassi ci fermammo per soccorrerlo, fortunatamente non si era fatto quasi nulla, ma in compenso esigeva un cospicuo risarcimento poiché lo avevamo investito sulle strisce, ma nessuno di noi aveva intenzione di pagare, perché lo avevamo si investito, ma lui si era buttato all'ultimo di conseguenza non era di certo colpa nostra, quindi con astuzia lo invitammo a bere con la scusa che nel mentre avremmo sbrigato le pratiche del caso, ma in realtà drogammo il suo drink e non appena fu in preda alle più folli allucinazioni lo liberammo nel bosco e ripartimmo a tutta velocità, certo questo non era un comportamento molto etico, ma era un atteggiamento pur sempre migliore di quello che teneva la befana da quando aveva iniziato a rapinare le banche.
Dopo aver continuato il viaggio senza strane sorprese arrivammo finalmente al parcheggio della immensa villa di Anna, purtroppo non c'era verso di trovare un posteggio per la nostra gigantesca limohummer, dopo un po' di giri a vuoto incontrammo finalmente l'arancia incaricata di fare da parcheggiatrice, inizialmente ci disse che non vi era nessun parcheggio libero, ma dopo qualche moina e qualche obolo per corromperla fece esplodere alcune macchine e ci liberò un parcheggio, quindi posteggiammo e ci incamminammo verso la festa presi bene più che mai ed io ero così esaltato che indossai il mio tanga da festa di Hello Kitty.
Finalmente ero arrivato alla festa e devo ammettere che c'era davvero una bolgia impressionante ed erano pure tutti ubriachi, subito avrei voluto andare a salutare Anna, ma la quantità di gente era davvero troppa e quindi non sarei mai riuscito a trovarla, quindi decisi di fare il giro dei bar a bere e a chiedere se qualcuno avesse visto Alissa.
Dopo aver trangugiato una quantità poco probabile di vodka lemon mi venne un immenso bisogno di recarmi al bagno, quindi mi feci coraggio e mi lanciai in mezzo alla folla diretto alla sacra tazza che raggiunsi in non meno di un quarto d'ora, con sommo dispiacere, una volta arrivato a destinazione, scoprii che ad attendermi v'era una coda illimitata e qui non potei far altro che notare che in mezzo alla fila c'era anche Zombie Greg, quindi mi recai subito da lui utilizzando la sacra tecnica del salto della coda con la scusa di andare a parlare a un amico.
Io e Zombie Greg ci scambiammo i convenevoli con un certo entusiasmo, dopo di che li chiesi come mai era alla festa ed ottenni un orripilante risposta: “beh era inevitabile che venissi qui, tanta gente vuol dire tanti cervelli, in più sono ubriachi quindi sono prede facili... e poi mi piacere bere e ballare, quindi non potevo di certo rinunciare a un festone bolgia... ma principalmente il motivo sono i cervelli”, lo guardai sconsolato facendo il gesto del no con la testa e gli dissi: “Greg... Greg... basta con questi cervelli la cosa inizia a sembrare decisamente inquietante, nel senso è una cosa davvero malata, dai non puoi pensare sempre ai cervelli”, lui mi rispose che non potevo capire perché non avevo mai mangiato cervelli e io fui costretto a doverli dare ragione e in fine gli chiesi se avesse per caso visto Alissa e ottenni una risposta decisamente inquietante: “uhm dici la fata eh... deve avere un cervello davvero saporito... comunque l'ho vista prima sul cubo assieme a Dave la zebra che ballavano come truzzi impasticcati... uhm... brain”, dopo questa rivelazione ero decisamente perplesso, non avrei mai voluto che Dave col suo fascino da zebra insidiasse Alissa, ma al momento avevo da pensare a cose ben più importanti... dovevo concentrarmi per non farmela nel tanga di Hello Kitty e quella si che era un'impresa difficoltosa.

martedì 15 novembre 2011

Una festa troppo fatta parte 3


Dopo una rapida conversazione telefonica per prendere preventivi accordi con il rivenditore di droghe arrivammo a casa sua e lo invitammo a venire con noi alla festa e lui accettò di buon grado, non appena salì sulla macchina e notò le modelle semi nude svenne per l'emozione o meglio per l'erezione, aspettammo tutti con ansia il suo risveglio per poter eseguire della droga la transazione, quindi, per accelerare la cosa, Serena lo colpi con tutte le sue forze nelle sue ghiandole riproduttive e questo ne causò il risveglio immediato, quindi comprammo l'occorrente e riprendemmo il folle festino e con mio sommo piacere eravamo sempre più vicini al mega festone bolgia.
Dopo non molto dovemmo fermarci nuovamente per eseguire il rifornimento del carburante, mentre mi destreggiavo abilmente con, della benzina, la pompa udì un suono di flauti in lontananza, molto probabilmente per via dell'ebrezza causatomi dai gustosi idrocarburi contenuti nelle benzina decisi di andarne a verificarne la provenienza, quindi avvertii gli altri e mi avventurai nella foresta di bastoncini di zucchero alla ricerca del suonatore.
Dopo un decina di minuti riusci a trovare il flautista che altri non era che un satiro, subito mi affrettai a salutarlo, dopo di che gli chiesi perché stesse suonando il flauto da solo in mezzo a quella zuccherosa foresta, lui mi rispose: “questo è il mio lavoro girovago, suono il flauto per portare il sole su queste terre” lo guardai per un attimo e poi guardai il cielo ed infine gli dissi: “ah... ok, ma... ti sei accorto che sta per arrivare un temporale? Adesso non è che voglia dirti come fare il tuo lavoro, ma non credo che tu lo stia facendo un gran che bene”, lui mi rispose ridendo: “lo so, credo che sia dovuto al fatto che ho mangiato qualche allucinogeno e al fatto che questo cazzo di flauto continui ad allungarsi e cambiare colore, però non dirlo al mio capo, sono in prova e un errore potrebbe costarmi il posto e questo lavoro mi serve, insomma ho una dipendenza da droghe, prostitute e gioco d'azzardo da mantenere”, io gli dissi che comprendevo perfettamente il suo problema e gli chiesi se non ci fosse qualche modo per risolvere la situazione, lui mi disse che forse se mi fossi vestito da anatra e avessi fatto la danza del sole la situazione si sarebbe potuta risolvere.
Fortunatamente avevo sempre con me il mio fidato costume da anatra e nel mio elenco dei balli preferiti non poteva mancare la danza del sole, quindi forte e tosto mi misi ad eseguire il leggiadro balletto accompagnato dal dolce suono del flauto del satiro, stranamente la situazione non migliorò, anzi peggioro e di molto, così ci ritrovammo sotto la pioggia, il povero satiro era disperato perché era certo che avrebbe perso il suo impiego, quindi, per consolarlo, lo invitai al festone bolgia trop fatt e lui accettò con entusiasmo.
Appena prima di fare ritorno al semovente indossai il mio costume da ombrello per proteggermi dalla pioggia che cadeva forte e vigorosa, quindi in compagnia del satiro Marcello corsi sino alla limohummer, qui ad accoglierci vi era Serena che mi guardava con una faccia rassegnata, io mi affrettai subito a spiegarle la situazione e lei mi disse: “ma è mai possibile che devi accattare ogni derelitto della zona? Non bastavano già il prete psicopatico e il cretino che sviene ogni volta che vede una donna? Certo che no, mica potevi lasciare a piedi un satiro dipendente da tutto eh, ti giuro che se non ti volessi davvero bene ti avrei già lasciato qui”, non feci in tempo a rispondere che il satiro Marcello mi disse: “credo che questa voglia scoparti”, Serena lo guardò con sguardo satirocida e gli disse: “affatto no! E adesso andiamocene prima che vi rompa le vostre teste completamente vuote!”.