martedì 15 novembre 2011

Una festa troppo fatta parte 3


Dopo una rapida conversazione telefonica per prendere preventivi accordi con il rivenditore di droghe arrivammo a casa sua e lo invitammo a venire con noi alla festa e lui accettò di buon grado, non appena salì sulla macchina e notò le modelle semi nude svenne per l'emozione o meglio per l'erezione, aspettammo tutti con ansia il suo risveglio per poter eseguire della droga la transazione, quindi, per accelerare la cosa, Serena lo colpi con tutte le sue forze nelle sue ghiandole riproduttive e questo ne causò il risveglio immediato, quindi comprammo l'occorrente e riprendemmo il folle festino e con mio sommo piacere eravamo sempre più vicini al mega festone bolgia.
Dopo non molto dovemmo fermarci nuovamente per eseguire il rifornimento del carburante, mentre mi destreggiavo abilmente con, della benzina, la pompa udì un suono di flauti in lontananza, molto probabilmente per via dell'ebrezza causatomi dai gustosi idrocarburi contenuti nelle benzina decisi di andarne a verificarne la provenienza, quindi avvertii gli altri e mi avventurai nella foresta di bastoncini di zucchero alla ricerca del suonatore.
Dopo un decina di minuti riusci a trovare il flautista che altri non era che un satiro, subito mi affrettai a salutarlo, dopo di che gli chiesi perché stesse suonando il flauto da solo in mezzo a quella zuccherosa foresta, lui mi rispose: “questo è il mio lavoro girovago, suono il flauto per portare il sole su queste terre” lo guardai per un attimo e poi guardai il cielo ed infine gli dissi: “ah... ok, ma... ti sei accorto che sta per arrivare un temporale? Adesso non è che voglia dirti come fare il tuo lavoro, ma non credo che tu lo stia facendo un gran che bene”, lui mi rispose ridendo: “lo so, credo che sia dovuto al fatto che ho mangiato qualche allucinogeno e al fatto che questo cazzo di flauto continui ad allungarsi e cambiare colore, però non dirlo al mio capo, sono in prova e un errore potrebbe costarmi il posto e questo lavoro mi serve, insomma ho una dipendenza da droghe, prostitute e gioco d'azzardo da mantenere”, io gli dissi che comprendevo perfettamente il suo problema e gli chiesi se non ci fosse qualche modo per risolvere la situazione, lui mi disse che forse se mi fossi vestito da anatra e avessi fatto la danza del sole la situazione si sarebbe potuta risolvere.
Fortunatamente avevo sempre con me il mio fidato costume da anatra e nel mio elenco dei balli preferiti non poteva mancare la danza del sole, quindi forte e tosto mi misi ad eseguire il leggiadro balletto accompagnato dal dolce suono del flauto del satiro, stranamente la situazione non migliorò, anzi peggioro e di molto, così ci ritrovammo sotto la pioggia, il povero satiro era disperato perché era certo che avrebbe perso il suo impiego, quindi, per consolarlo, lo invitai al festone bolgia trop fatt e lui accettò con entusiasmo.
Appena prima di fare ritorno al semovente indossai il mio costume da ombrello per proteggermi dalla pioggia che cadeva forte e vigorosa, quindi in compagnia del satiro Marcello corsi sino alla limohummer, qui ad accoglierci vi era Serena che mi guardava con una faccia rassegnata, io mi affrettai subito a spiegarle la situazione e lei mi disse: “ma è mai possibile che devi accattare ogni derelitto della zona? Non bastavano già il prete psicopatico e il cretino che sviene ogni volta che vede una donna? Certo che no, mica potevi lasciare a piedi un satiro dipendente da tutto eh, ti giuro che se non ti volessi davvero bene ti avrei già lasciato qui”, non feci in tempo a rispondere che il satiro Marcello mi disse: “credo che questa voglia scoparti”, Serena lo guardò con sguardo satirocida e gli disse: “affatto no! E adesso andiamocene prima che vi rompa le vostre teste completamente vuote!”.

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