mercoledì 28 settembre 2011

Un trip trop fatt finale


Appena avemmo finito di mangiare e di scambiarci le ultime parole mi congedai dai miei compagni di viaggio, ma prima di andarmene presi un attimo Alissa da parte e le chiesi di lasciarmi il suo numero di telefono, subito lei era restia a darmelo sostenendo che la cosa le sapeva di una trappola per provarci con lei, e aveva ragione, ma, con grande astuzia, mi inventai che mi serviva per eventuali futuri giri in barca e che mi serviva solo per motivi di lavoro, quindi lei, in fine, me lo diede.
Mancava davvero poco a casa di Serena, non stavo più nella pelle, passo dopo passo mi pregustavo il meritato riposo e già che c'ero tramavo astuti piani per rincontrare e farmi Alissa e me ne venne in mente uno geniale, dovevo solo trovare una bottiglia di vino, della dinamite e un deltaplano e poi quella fata sarebbe stata mia.
In poco tempo arrivai alla dimora di Serena e finalmente bussai alla sua porta, ma prima di andare avanti col racconto credo che sia giusto dirvi chi è Serena, lei è una mia vecchia amica con cui feci assieme le scuole medie, ha un'età compresa fra i venti e i venticinque anni, è bionda, ha gli occhi chiari, non è troppo alta, è magrolina e ha un bel fisico, frequenta la facoltà di giurisprudenza e ha un oscuro passato da bracconiera, bene ora sapete chi è Serena, quindi posso andare avanti con il racconto.
Serena mi aprì la porta con indosso solo la biancheria intima e una vestaglietta trasparente, a guardarla in volto sembrava che si fosse appena svegliata, mi fissò per un attimo perplessa e poi mi disse: “che cazzo ci fai qui? Credevo di essere stata chiara al telefono, dai torna a casa tua che ho sonno e voglio tornare a dormire” ovviamente sapevo che intendeva dire tutto il contrario di quello che diceva, ma comunque decisi di stare al gioco e le risposi: “dopo tutto quello che ho passato non posso proprio tornare a casa, ho dovuto attraversare la palude e poi sono stato arrembato da dei pirati, su non puoi farmi tornare indietro” lei fece un grosso sospiro e mi chiese: “ma perché non hai preso l'autostrada? Da casa tua a casa mia non ci sarà più di un quarto d'ora di strada, questa è follia” ovviamente le risposi: “no, questa è Sparta!” lei mi guardò sconsolata e mi disse: “no fidati questa è follia ed è anche grave, comunque dai perché sei venuto qui?” io lei spiegai che mi serviva un letto per dormire perché il mio era abitato da uno stramaledettissimo dugongo, dopo di che ottenni la risposta più brutto della mia vita: “io ti ospiterei anche, ma ho affittato la stanza degli ospiti a Sasha il bradipo spacciatore, però se vuoi puoi dormire sul divano scomodo” dopo di che mi invitò ad entrare in casa.
Mi sdraia sul divano e devo ammettere che era davvero scomodo, era quasi l'alba e gli uccellini cominciavano a cantare, così a orecchio direi che cinguettassero Yellow Submarine dei Beateles, mi ero quasi addormentato quando mi venne in mente un ricordo agghiacciante, io in casa avevo due letti ed uno di essi era libero, quindi avevo fatto tutta quella fatica per nulla, in fine, dopo numerose imprecazioni mi lasciai andare fra la braccia di Morfeo.
Venni svegliato da Serena, per l'ora di pranzo, quindi di prima mattina, per andare a mangiare qualcosa al bar di Marco il facocero, quindi mi lavai e mi misi dei vestiti normali, dopo di che scendemmo a mangiare, dopo aver osservato Serena per un po' le dissi “ieri eri davvero super stantuffabile” lei un po' indisposta mi disse una delle frasi che mi sento dire più spesso: “ma è mai possibile che pensi solo col cazzo?” la mia risposta non poté essere altro che: “sì”, anche perché sinceramente non mi risulta che esistano altri organi adibiti al pensiero, ad ogni modo finimmo di mangiare e tornammo a casa di Serena.
Ero impallato davanti alla televisione intento a smaltire i postumi da sbornia quando Serena mi fece una fantastica proposta: “ehi idiota, sta sera Anna da un super festone bolgia a casa sua e si dice che ci saranno più bottiglie che persone, insomma sarà una fest trop fatt, ti va di venire?”, io le risposi: “ma che diavolo e ti pare che me lo chiedi? Ovvio che vengo, Anna ha due tette super giganti”, Serena sconsolata mi disse: “perfetto, dai ti accompagno a casa così prendi le tue cose e poi ti passo a prendere per le nove così andiamo alla festa... comunque sì, sono davvero giganti”.
Salii in macchina con Serena che mi riporto a casa, questa volta però prendemmo l'autostrada e devo ammettere che aveva ragione, non ci mettemmo più di un quarto d'ora, una volta arrivati ci salutammo ed io salii in casa ignaro dell'orrida sorpresa che mi aspettava, aprii la porta e vidi quello stramaledettissimo dugongo fare colazione, lui mi guardò e disse: “ehi amico avevo fame e quindi ti ho finito i cereali” io fuori di me dalla collera esplosi: “tu... tu fottutissimo dugongo ladro di letti per colpa tua ho dovuto passare la notte più assurda della mia vita, sono stato addirittura inseguito da un'orda di papa boys con torce e forconi, pur di trovare un cazzo di letto e come se non bastasse tu finisci i miei cereali? Stanne pur certa odiosa creatura marina, te avrai... uhm... fammi pensare... ah sì, avrai morte!”, il dugongo mi guardò scocciato e mi disse: “stai calmo amico, non volevo infastidirti è che Dave la zebra mi ha detto che potevo stare qui quindi...”, venuto a conoscenza di questi fatti mi affrettai a scusarmi con il dugongo e mi misi a guardare la televisione con lui in compagnia di una cannetta.
Appena finì il documentario sulla dipendenza da crack dei topi della Tanzania il mio nuovo amico dugongo tornò a casa sua e io iniziai a preparare una cena superalcolica per prepararmi alla festa. -FIN-

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