domenica 29 maggio 2011

Un trip trop fatt parte 2

Adesso avevo tutto ciò che mi serviva per affrontare il viaggio e niente e nessuno avrebbe potuto fermarmi a meno che non avessi incontrato qualcosa o qualcuno capace di fermarmi, ma fortunatamente non accadde, anche se devo dire che di incontri curiosi ne feci ancora molti.
Giunto quasi a metà della palude ero fermamente convinto che il peggio fosse passato, ovviamente mi sbagliavo, me tapino!, infatti nascosto dietro un albero trovai un goblin, ma era diverso dagl'altri, insomma non era effeminato quindi pieno di speranza gli chiesi “ehi tu sembri davvero rude e virile non è che sapresti indicarmi l'uscita di questa palude?” lui mi rispose sorridendo “ma certo sciocchina comunque hai delle chiappe davvero divine” io non potei far altro che esclamare “sbrauch!” e fuggire come un coniglio strafatto quando incontra la polizia.
Giunto a questo punto della storia era davvero fottuto perché mi ero perso come uno stolto in mezzo a quella cazzo di palude insensata, tra l'altro mi era venuto un certo languorino, per questo addentai un albero di liquirizia, che purtroppo si rivelò esser vivo e quell'infame chiamò pure la polizia quindi mi ritrovai nuovamente a correre come un corridore per scappare da quella terribile situazione e corsi davvero molto.
Mi ritrovai davanti a una casa di pan di zenzero e decisi di fermarmi a chiedere informazioni anche se molto probabilmente quella domus era abitata da una strega orrida, maligna e ghiotta di bambini, insomma la classica strega comunista, bussai alla porta un po' intimorito e subito mi venne aperta da un orrida strega, a dimostrazione della mia tesi stava ascoltando l'inno dell'urss e sulla parete c'era il poster di Marx... e per di più indossava una maglietta del Che!.
Mi invitò ad accomodarmi dentro per del the e qualche dolcetto, un po' titubante accettai e mi diressi nel salotto dove con mio piacere vidi che c'era anche il mio vecchio amico Dave la zebra, gli chiesi cosa ci facesse li, ma lui mi rispose con un enigmatico “budino”, subito dopo arrivò la strega con il the e mi spiego che era stato lobotomizzato per sbaglio e che in realtà avrebbe dovuto fare una liposuzione e in effetti devo ammettere che era un po' ingrassato dall'ultima volta che lo avevo visto, comunque poco importava bevvi il the e chiesi alla strega come uscire dalla palude, lei mi rispose che avrei dovuto dimostrare di essere un vero compagno vincendo il Super Soviet Quiz per avere la risposta, quindi indossai il mio fidato colbacco e andai nello studio televisivo della strega, che poi... perché cazzo una strega ha uno studio televisivo in casa? .
Mi ritrovai nello studio e qui conobbi il presentatore Jonh Lenin e la sua bella valletta Svetlana che tra l'altro era anche il premio del gioco, certo la cosa è decisamente sbagliata e sessista, ma non me ne fotteva proprio un cazzo, l'avrei stantuffata di brutto, anyway ero davvero carichissimo e iniziai il quiz che purtroppo persi col punteggio più basso della storia.
Il mio fallimento mi costò una defenestrazione dalla torre della strega e all'atterraggio mi ruppi tutte le ossa, ma sinceramente me ne importava davvero poco perché intanto sarebbe tornato tutto normale al paragrafo dopo e questa è sì cosa strana, ma questo è nonsense quindi va più che bene così anche perché non avevo assolutamente voglia di avere tutte le ossa rotta.
Finalmente ero giunto al paragrafo dopo e li miei ossi erano di nuovo a posto ed ero pronto per ripartire se non fosse che non sapevo ancora la strada, ma sapevo che in qualche modo sarei riuscito a risolvere quella orribile situazione se avessi risolto quella situazione.
Dopo un po' di giri in tondo mi ricordai di avere il navigatore in tasca, purtroppo avevo impostato per sbaglio la lingua in uzbeko e quindi capirci qualcosa era un cazzo di casino, per fortuna stava passando di li un imbianchino dell'Uzbekistan a cui ovviamente gli chiesi di cambiarmi la lingua del navigatore e lui accetto di buon grado, ma mi chiese in cambio un fungo magico e un giornaletto porno, io non potendo fare altro accettai ed ero finalmente pronto per ripartire per l'ennesima volta.
Mentre mi allontanavo notai che l'imbianchino, sotto l'effetto dei funghetti, si stava arrampicando su un albero convinto di essere un gorilla urlatore, ma non ci feci troppo caso perché alla fine quella era quasi la cosa più normale che mi era capitata quella notte.

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